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ScriBUnT: La Biografia

Scrivere Biografie all'Università di Trento

 

Un genere di successo

Esistono sempre meno lettori e lettrici: questo affermano ogni anno le statistiche. Pochissima cultura, umanistica e scientifica, circola tra gli italiani e le italiane di tutte le età. Eppure, gli stimoli sono tanti, anche grazie alle nuove tecnologie. Bisogna forse cambiare i generi della comunicazione e qualcosa sta già avvenendo.
Cresce ad esempio l’interesse per la biografia e il biopic, il film biografico, cioè per le narrazioni avvincenti di vite reali, che sollecitano l’empatia e l’immedesimazione o anche solo  l’interesse intellettuale, il mind reading. Perché questo genere letterario e cinematografico/televisivo ha successo?
La ragione è facile da intuire: ogni biografia compie un piccolo miracolo; mette ordine dentro una esistenza. Non più il caos del quotidiano, gli eventi scollegati di cui si fatica a capire il senso, ma un racconto ordinato in modo coerente: nascita, formazione, maturità e morte. Ed è bello constatare che, almeno nella finzione, tutto funziona, non perché c’è il lieto fine, ma perché da una cosa deriva logicamente l’altra; se si fa così, allora poi accade colà; insomma, ci sono un prima e un dopo, una causa e un effetto; e tutto è comprensibile, come mai avviene nella vita reale (Riccardo Castellana, Finzioni biografiche. Teoria e storia di un genere ibrido, Roma, Carocci, 2019).
Almeno a partire dagli anni Duemila, il mercato editoriale ha puntato sulla biografia per raccontare a un pubblico vasto storie di vita autentiche, ma finzionalizzate, cioè rese trasparenti e sensate.

L'elenco come forma di divulgazione

La biografia è un elenco ordinato di eventi. E l’elenco è oggi una forma letteraria di grande successo, soprattutto per la divulgazione, oggi definita meglio disseminazione culturale o comunicazione pubblica della cultura (Lucia Rodler, Con altre parole. La divulgazione umanistica, Venezia, Marsilio, 2023). Come ha spiegato Umberto Eco (Umberto Eco, Vertigine della lista, Milano, Bompiani, 2009), la «lista» è un modello descrittivo estremamente interessante: è ordinato, ispirato a criteri di chiusura e compiutezza (quando, ad esempio, si racconta una vita), ma provoca anche la «vertigine» di una apertura inesauribile (in dizionari, enciclopedie, web) perché si può sempre aggiungere qualcosa. In entrambi i casi la lista dà unità provvisoria a un insieme che, se anche difforme, viene compattato in modo coerente. E perciò, ricorda lo psicologo Andrea Smorti (Andrea Smorti, Raccontare per capire. Perché narrare aiuta le persone, Bologna, il Mulino, 2018), “contare” gli elementi di una lista significa anche “raccontare” una storia, secondo una etimologia latina della parola “racconto”, cioè il verbo computare (che significa calcolare, leggere e raccontare).
La forma ad elenco è oggi tra le più efficaci: essa ha origine in ambito filosofico-scientifico, già con Aristotele e poi con Linneo e Buffon, nel secolo che inventa l’enciclopedia; la lista della cultura illuminista modella tutte le raccolte dei secoli successivi (ad esempio dizionari e vocabolari) fino a Wikipedia, nata a inizio Duemila come geniale enciclopedia libera e collaborativa, disponibile in trecento lingue, che ha trasformato il rapporto tra individui e cultura perché ogni utente può proporre, scrivere e modificare una voce.

(Lucia Rodler)