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Ecoltura. Per un'ecologia della cultura: Riccardo Maroni, ingegnere ed editore (1896 - 1993)

Valorizzare i patrimoni documentali di figure storiche del Trentino

Riccardo Maroni e la divulgazione

di Lucia Rodler

Prima di essere ingegneri voi siete uomini
e fate atto di uomo attendendo a quegli studi
detti dai nostri padri "umane lettere".

Francesco De Sanctis

ex libris Riccardo Maroni[1]

 

«Passione per l’arte e per le lettere, alcune amicizie meravigliose, sentimenti di solidarietà umana, desiderio di tramandare alcuni dei nostri “maggiori”, mi hanno portato a ideare e attuare la “Collana Artisti Trentini”».[2] Così afferma Riccardo Maroni nel 1977 in occasione della ristampa anastatica delle monografie CAT, riunite in dieci volumi, per iniziativa della Provincia di Trento. Ed è giudizio condivisibile anche se troppo modesto: la CAT muove infatti da passione, amicizia, solidarietà, ma possiede anche un valore critico, soprattutto quando racconta la vita e le opere di artisti poco conosciuti. Questo era già chiaro a Remigio Marini (1892-1965), professore di storia dell’arte all’Università di Trieste e curatore del volumetto su Andrea Pozzo: 

 

tra due o tre secoli forse, la tua Collana sarà più cercata per questi artisti secondari, che per i Pozzo, i Vittoria ecc. Perché su Pozzo, Vittoria, ecc. si saranno scritte addirittura biblioteche e i nostri volumetti saranno certamente superati. Sui “minori” o su qualche minore invece non ci sarà nulla di pubblicato, tranne che nella tua preziosa Collana, la quale sarà golosamente consultata proprio per questi ora trascurati minori.[3]

 

Non sono passati secoli, ma l’attività di Maroni ha già attirato l’attenzione «golosa» del gruppo di lavoro del progetto Ecoltura. Per un’ecologia della cultura (Progetto Covid-19 dell’Ateneo di Trento, rifinanziato dal Comune di Rovereto per la seconda edizione 2023-2025) che ha deciso di realizzare una delle monografie impostate ma non concluse da Maroni.


[1] R. Maroni, Note autobiografiche (richiestemi dalla RAI di Trento e trasmesse via radio nel giugno 1983), Trento, Ariston, 1983, p. 29.

[2] R. Maroni, «Ho tracciato un sentiero perché altri vi camminino». Le commosse parole dell’Ing. Riccardo Maroni, in «Alto Adige», 7 dicembre 1977 (BCT, AM, I, 5, 6, 13).

[3] R. Marini, Lettera del 2 novembre 1965, in R. Maroni, a cura di, Nozze d’oro della Collana Artisti trentini e di artisti che operarono nel Trentino. Edizione fuori commercio per i sostenitori e per gli amici della CAT. Per ricordare il 50° traguardo della collana Artisti Trentini e di artisti che operarono nel Trentino, Trento, Saturnia, 1967, p. 6.

Vale anzitutto la pena ricostruire i sentimenti di cui parla Maroni. Tutto è iniziato infatti con Maroni adolescente che studia presso le rinomate «Scuole Reali» di Rovereto.[1] Lì scopre un mondo di cultura e amicizia che lo accompagna per tutta la vita: Cesare Coriselli (1878-1943) e la geometria descrittiva; Luigi Comèl (1866-1934), Luigi Ratini (1880-1934) e il disegno e la pittura; Ezio Bruti (1885-1973) e la letteratura. Ricordando nel 1966 l’ottima reputazione della Realschule, Maroni si chiede:

Quella “fama” fu virtù d’insegnanti? di scolari? o di entrambi? O fu un fortunato periodo di quella scuola, scomparsa nel 1915? Certo ci avevano preceduti alcuni giovani che avevano dato chiari segni del loro valore artistico: Fortunato Depero (che rimase fedele al suo credo futurista fino alla morte), Giorgio Wenter (architetto, pittore, maestro d’arte applicata), Giovanni Tiella (architetto e pittore).

Seguivano il nostro corso, ch’era quello di Umberto [Maganzini, n.d.r.], altri giovani che lasciarono poi nobili tracce e dei quali alcuni sono ancora sulla breccia: Carlo Cainelli (l’incisore e pittore dal sicuro avvenire, che ci lasciò giovanissimo, nel 1925), Luciano Baldessari (architetto e pittore), Giuliano Ernesto Armani (pittore e architetto).[2]

In questo elenco si riconoscono i nomi di molti artisti della CAT che è davvero «nata nel segno dell’AMICIZIA, della SOLIDARIETA’ UMANA, d’una CULTURA LOCALE» per usare ancora le parole dell’ideatore.[3] Perciò si può dire che Maroni abbia ideato a scuola un progetto realizzato poi grazie alla passione documentaria e divulgativa. Di origini modeste, senza libri in casa, laureato ingegnere al Politecnico di Torino, dipendente della SCAC (Società Cementi Armati Centrifugati) impegnato in tutto il mondo, sin da giovanissimo nel tempo libero Maroni legge i volumetti della Biblioteca Universale Sonzogno che «permetteva alle nostre tasche magre di avvicinarci a quei “sedicesimi” da UNA LIRA ciascuno; e con essi ai “grandi” della letteratura internazionale».[4] Così egli scopre il formato adottato per la CAT, che ha anche un altro modello illustre, cioè la collana “Arte moderna italiana”, diretta da Giovanni Scheiwiller ed edita da Hoepli.[5] A differenza dell’editore milanese, però, Maroni è un dilettante, come ricorda Marini nel 1964:

Quando tredici anni fa comparve il primo volume dedicato al pittore Carlo Cainelli, Maroni non sognava che la sua neonata collana sarebbe giunta a tanto. Non aveva una fortuna l’uomo coraggioso, non aveva una preparazione specifica in fatto d’arte, non possedeva una pratica editoriale; né disponeva di amicizie facoltose che potessero nutrire “l’idea” e farla crescere rigogliosa con auree generose iniezioni… Ed egli fu editore, ed editore d’arte, commentatore e scrittore spesso dei suoi volumi, e commentatore che sapeva il fatto suo. Non disponeva di capitali, eppure egli donò la sua opera, regalò i suoi volumi. Un miracolo: ma un miracolo nato dalla volontà, dalla passione, dalla generosa ostinazione di un uomo.[6]

Nessuna struttura alle spalle, solo volontà, passione e ostinazione con cui Maroni pubblica, dal 1951 al 1980, sessantatré volumetti, dedicati a 53 artisti.[7] E l’ingegnere-editore fa anche altro: nel 1959 avvia una seconda collana, intitolata “Voci della terra trentina” (VDTT), che accoglie fino al 1982 ventiquattro piccoli libri su poeti, scrittori, commediografi, storici, musicisti. Anche in questo caso le motivazioni sono personali: nasce infatti per ringraziare «chi mi ha fatto del bene. E gli artisti e gli uomini di lettere sono quelli che veramente hanno arricchito e reso sopportabile il mio vivere».[8] L’«avventura di un’anima», come precisa lo scrittore Biagio Marin nel 1967,[9] ma anche un’iniziativa di «democrazia» per avvicinare «alle fonti del sapere e del bello» «i più modesti strati sociali, nei quali non mancano gli appassionati dell’arte».[10] A tal fine Maroni sceglie la dimensione contenuta e maneggevole del sedicesimo, lo stile spoglio di «bizantinismi» e «pedanterie»[11], il prezzo popolare e la distribuzione gratuita: tutto per «costituire il primo nucleo della biblioteca d’arte d’ogni figlio vero, adottivo o semplicemente sentimentale, della Regione tridentina».[12]


[1] Sulla storia dell’istituzione cfr. L. De Finis, a cura di, La scuola reale elisabettiana: docenti e allievi nel contesto del primo Novecento, Trento, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento, 2008; F. Rasera, a cura di, Studenti e professori dell'Istituto Tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze e protagonisti di una scuola europea, Rovereto, Edizioni Osiride, 2011. Dal 1944, data della riapertura, la Scuola Reale Elisabettiana è diventata l’Istituto Tecnico per Geometri e Commerciale “Felice e Gregorio Fontana”.

[2] R. Maroni e M. Rivosecchi, a cura di, Umberto Maganzini. Pittore e poeta, 50° monografia coincidente con le «nozze d’oro» della CAT (1966), Trento, Saturnia, 1977, v. IX, p. 411.

[3] R. Maroni, Note autobiografiche, cit., p. 26.

[4] Ivi, p. 12.

[5] Cfr. G.C. Ferretti, Vanni Scheiwiller, in G.C. Ferretti, G. Iannuzzi, Storie di uomini e libri. L’editoria letteraria italiana attraverso le sue collane, Roma, minimum fax, 2014, pp. 139-145; T. Munari, L’Italia dei libri. L’editoria in dieci storie, Torino, Einaudi, 2024, pp. 43-60.

[6] R. Marini, Riccardo Maroni e la sua collana, in «Alto Adige», 7 aprile 1964, ora in R. Maroni, a cura di, Nozze d’oro della Collana Artisti trentini, cit., p. 17.

[7] Alcuni artisti meritano più monografie (Carlo Cainelli, ad esempio); la maggioranza di loro ricevono una monografia per la prima volta (sempre Cainelli).

[8] E. Maroni, Lettera a R. Majolo del 17 gennaio 1965, (BCT, AM, IV, 10, 231/1). Cfr.  V. Passerini, Un ingegnere editore nel segno dell’amicizia, in R. Bonazza, a cura di, Perle d’arte. La collana degli artisti trentini di Riccardo Maroni, Lavis, Alcione, 2021, pp. 11-17.

[9] B. Marin, Di Riccardo Maroni e di una sua collana, in «Il Gazzettino», 17 giugno 1967, ora in R. Maroni, a cura di, Nozze d’oro della Collana Artisti trentini, cit., p. 38.

[10] E. Maroni, Lettera a R. Majolo del 17 gennaio 1965, (BCT, AM, IV, 10, 231/1).

[11] R. Maroni, a cura di, Benvenuto Disertori, disegnatore e musicologo (1960), Trento, Saturnia, 1977, v. VIII, p. 322.

[12] F. Cessi, La “Collana Artisti Trentini” per valorizzare la civiltà artistica di una regione, in «Padova», marzo 1967, ora in R. Maroni, a cura di, Nozze d’oro della Collana Artisti trentini, cit., p. 32.

Oltre che per la finalità divulgativa, le collane di Maroni si impongono per qualità importanti che vale la pena ricordare: la ricchezza delle illustrazioni (spesso fino a sessanta e più), le note bio-bibliografiche, i documenti, le tavole cronologiche, i cataloghi-elenco delle opere dell’artista. Perciò le collane sono anche strumenti di ricerca «per chi voglia prendere contatto con i contributi positivi della e nella terra trentina».[1] Si è visto come l’impresa editoriale nasca grazie alle relazioni con studiosi e artisti che, spesso, scrivono in prima persona. Nonostante la dimensione affettiva e partecipativa, ogni pubblicazione ha un costo, soprattutto perché attenta al «nitore tipografico» e al «buon gusto».[2] Ecco allora l’importanza dei prenotatori, amici o istituzioni pubbliche (Comune di Rovereto, Comune di Riva, Provincia, Regione) che richiedono anticipatamente almeno dieci copie della monografia in fieri (stampata in genere in 5000-10000 copie), magari per donarle a qualche studente meritevole.

Consenso e critiche accompagnano le collane e la loro filiera. Tra gli ammiratori si contano la scrittrice Ernesta Bittanti Battisti, il grecista Mario Untersteiner e il critico d’arte Leonardo Borgese convinto che «con poca spesa e con molto amore si può fare per l’Arte e per il proprio Paese ben più che con costose, pesanti e vuote pubblicazioni».[3] Ma sono gli scettici a far soffrire Maroni che ricorda più volte la scarsa lungimiranza di «saccenti conterranei che criticarono il formato tascabile (anche se adottato dai più grandi editori italiani e stranieri) e che profetarono la morte della Collana al suo primo numero»;[4] e l’assenza di Commissariato del Governo e Provveditorato agli studi di Trento «anche se migliaia e migliaia di copie sono andate a Scuole Medie ed a studenti meritevoli di Trento, Rovereto, Riva ed Ala»[5].

 C’è poi chi va e viene come la Provincia che partecipa in modo intermittente e infine sostiene una nuova edizione della CAT in dieci volumi (nel 1977), con la presentazione dell’assessore alle attività culturali Guido Lorenzi che scrive: «Sono perciò convinto che la scelta dell’Assessorato provinciale alle Attività culturali risponda ad una vera esigenza popolare e possa concretamente favorire quel piano di educazione permanente diretto a tutta la comunità».[6] Insomma, tra alti e bassi le collane vanno avanti soprattutto grazie alla determinazione di Maroni che applica la frase dello scrittore svizzero Henri-Frédéric Amiel alla disseminazione della cultura locale: «Se possiamo essere utili a qualcuno, siamolo. Seminiamo senza contare i semi».[7]


[1] M. Nebbia Cinotti, L’opera di Riccardo Maroni per gli artisti trentini e per quelli che operarono nel trentino, in R. Maroni, a cura di, Nozze d’oro della Collana Artisti trentini, cit., p. 29.

[2] B. Marin, Di Riccardo Maroni e di una sua collana, cit., p. 39.

[3] R. Maroni, Note autobiografiche, cit., p. 26

[4] Ibidem.

[5] R. Maroni, Introduzione, in Id., a cura di, Carlo Cainelli. Incisore e pittore (19652), Trento, Saturnia, v. VI, p. 334.

[6] G. Lorenzi, Presentazione, in R. Maroni, a cura di, CAT. Collana Artisti Trentini e di artisti che operarono nel Trentino. Edizione anastatica, Trento, Saturnia, 1977, p. 6.

[7] R. Maroni, a cura di, Mario Disertori, pittore (1956), Trento, Saturnia, 1977, v. X, p. 6.

All’amico Carlo Cainelli (1896-1925) Maroni dedica due monografie e il progetto di una terza, che il progetto Ecoltura ha realizzato. Morto giovanissimo proprio quando cominciava a essere conosciuto, Cainelli è l’artista emblema della collana perché ne è all’origine. Nel 1950, infatti, in occasione del venticinquesimo anniversario della morte, Maroni lo ricorda a Trento in occasione di una mostra: «Quel testo divenne poco dopo (principio del 1951) la base del 1° volumetto d’una raccolta che stavo sognando da vari anni: la COLLANA ARTISTI TRENTINI, in formato “sedicesimo”».[1] Nasce così la monografia su Cainelli incisore e pittore e il buon successo del volumetto spinge Maroni a proseguire con altri artisti. All’amico, però, ritorna nel 1955 con una seconda monografia dedicata ai disegni. Entrambe hanno la struttura della collana che si apre con un’introduzione in cui Maroni sostiene le proprie scelte stilistiche alla luce della finalità divulgativa della collana: «testo privo del vocabolario di prammatica di certa critica provinciale che usa le stesse parole per i nani e per i giganti, e che riempie i suoi tesi di frasi ermetiche e di presuntuosi vocaboli, tanto più altisonanti quanto più vuoti».[2] Seguono un saggio critico, le note biografiche e bibliografiche, l’elenco delle opere, le illustrazioni. Nel primo volumetto Maroni usa nel testo centrale alcune lettere personali ricevute da Cainelli; nel secondo volumetto ospita l’intervento dell’artista Guido Polo (1898-1988) sulla storia dell’incisione italiana, in rapporto con il disegno di Cainelli.[3] Nel secondo volumetto c’è spazio per il ricordo di qualche amico, come l’architetto Giorgio Wenter Marini (1890-1973) che nel febbraio 1955 scrive:

Povero Cainelli! Ti accompagnai al treno, alla stazione di Trento, per tornare a Firenze passando prima da Venezia, pieno di progetti e di voglia di lavorare. Ti abbracciai commosso. Un nodo mi serrò la gola. Forse presentimento di non rivederti più!

Mi toccò ideare il cippo del Tuo ricordo. Ma Tu vivi tra di noi nelle Tue opere; e vivi specialmente nei Tuoi disegni, che diventano bellissimi. Sono parlanti.[4]

Intanto, tra affetti e opere d’arte, già negli anni Sessanta Maroni pensa a un altro progetto: «Pensai poi ad una “terza” monografia, formata soprattutto dal ricco “Epistolario” che Carlo ha lasciato; ma in definitiva accantonai l’idea (che potrà maturare più avanti), per ripiegare su una ristampa ampliata e aggiornata della “prima”».[5] Per fortuna questa idea non rimane solo nella fantasia perché Wenter Marini seleziona alcune lettere, scritte da Cainelli a Maroni tra il 1920 e il 1925, che valorizzano l’artista talentuoso e sfortunato, le ricopia e le invia a Maroni che riunisce in una cartella i materiali, da lui stesso annotati, in vista del terzo volumetto per Cainelli (nella collana VDTT). Su questa base Ecoltura ha realizzato il testo, grazie alla curatela (trascrizione e note bio-bibliografiche) di Marta Guella e alla rielaborazione grafica (a stampa e digitale, con scelta delle tavole e preparazione degli indici) di Gaia Eccli. Con una preziosa introduzione di Vincenzo Passerini, amico di Maroni, il testo si legge nella Libguide dell’Università di Trento, che ospita i lavori dell’intero progetto (e anche le lettere originali di Cainelli), e nell’edizione stampata a cura della Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto.[6] In questo modo Ecoltura dà anche seguito ai desideri di Maroni che, nel giugno 1983, scrive:

Le mie collane CAT e VDTT potranno essere ampliate nel tempo, se le nuove generazioni sapranno dedicarsi ai temi che scelsi, e che costituiscono materia di doverosa conoscenza e riconoscenza verso i nostri «maggiori». […] So d’aver coltivato un «giardino»; relativamente piccolo, ma basilare per procedere al suo completamento. Ho cioè APERTO UN SENTIERO. Auguro che le generazioni future non siano soltanto tecniche, ma anche umanistiche; e che quindi prolunghino quel sentiero e NON VI LASCINO CESCERE L’ERBA. [7]


[1] R. Maroni, Note autobiografiche, cit., p. 25.

[2] R. Maroni, Introduzione, in Id., a cura di, Carlo Cainelli. Incisore e pittore, cit., p. 335.

[3] Cfr. R. Maroni, G. Wenter, a cura di, C. Cainelli, Disegni (2° monografia sull’Artista). Testo di Guido Polo (1955), Trento, Saturnia, 1977, v. VI, pp. 423-438.

[4] Ivi, p. 441.

[5] R. Maroni, Introduzione, in Id., a cura di, Carlo Cainelli. Incisore e pittore, cit., p. 334.

[6] Cfr. Ecoltura. Per un’ecologia della cultura, https://libguides.unitn.it/Ecoltura.

[7] R. Maroni, Note autobiografiche, cit., p. 28. Cfr. V. Passerini, a cura di, Dediche a Riccardo Maroni, Rovereto, Manfrini, 1989.

La nuova pubblicazione

La parola agli archivi

Presso la Biblioteca “Tartarotti” di Rovereto (Archivio R. Maroni, Mar.I.5.9) sono custodite le trascrizioni a cura di Giorgio Wenter Marini delle lettere di Carlo Cainelli a Riccardo Maroni, selezionate per la terza pubblicazione sull'artista, nella collana VDTT, dopo le due monografie CAT (Carlo Cainelli - incisore e pittore, 1951, ristampata in versione aggiornata e ampliata nel 1965, a cura di R. Maroni; Disegni di Carlo Cainelli, 1955, testo di G. Polo e parole di R. Maroni e G. Wenter).

Ecoltura e la Biblioteca di Rovereto intendono valorizzare questi documenti unici pubblicandoli su alcune piattaforme ad accesso aperto, con l'intenzione di condividerle ad un pubblico quanto più vasto possibile. Da questi testi, è stata pubblicata la terza monografia, che contiene la trascrizione dei testi dattiloscritti, con alcuni interventi redazionali, come l'ammodernamento del lessico e della punteggiatura, l'introduzione, a cura di Vincenzo Passerini, grande amico di Maroni, le note bio-bibliografiche e la redazione di alcuni indici.

Nella presente visualizzazione le lettere sono state tutte armonizzate in dimensione, in modo da creare un libro sfogliabile omogeneo.

Gli interi documenti dattiloscritti originali sotto forma di immagini sono stati caricati sulla piattaforma ad accesso aperto Internet Archive.

Presso la Biblioteca “Tartarotti” di Rovereto (Archivio R. Maroni, Mar..I.3.83.1) sono custodite le lettere originali di Carlo Cainelli a Riccardo Maroni. Oltre a quelle selezionate per la terza pubblicazione sull'artista, nella collana VDTT, dopo le due monografie CAT (Carlo Cainelli - incisore e pittore, 1951, ristampata in versione aggiornata e ampliata nel 1965, a cura di R. Maroni; Disegni di Carlo Cainelli, 1955, testo di G. Polo e parole di R. Maroni e G. Wenter), all'interno del fascicolo si possono trovare anche altre lettere, visibili sulla piattaforma ad accesso aperto Internet Archive.

Ecoltura e la Biblioteca di Rovereto intendono valorizzare questi documenti unici pubblicandoli su alcune piattaforme ad accesso aperto, con l'intenzione di condividerle ad un pubblico quanto più vasto possibile. Dai testi visibili in questa pagina è stata pubblicata la terza monografia, che contiene la trascrizione dei testi dattiloscritti, con alcuni interventi redazionali, come l'ammodernamento del lessico e della punteggiatura, l'introduzione, a cura di Vincenzo Passerini, grande amico di Maroni, le note bio-bibliografiche e la redazione di alcuni indici.

Nella presente visualizzazione le lettere sono state tutte armonizzate in dimensione, in modo da creare un libro sfogliabile omogeneo.

Le incisioni di Cainelli

Nelle lettere Cainelli elenca una serie di sue opere, alcune delle quali si capisce che spedisce a Maroni. Qui sono raggruppate tutte le incisioni a cui Cainelli fa riferimento all'interno dei testi, collegate alla relativa immagine panoramica a 360° della realtà attuale. Per le immagini riguardanti elementi del territorio trentino le immagini sono autoprodotte, mentre per quelle fuori si è utilizzato un applicativo che fa riferimento a Google maps.

Il Monumento di Roma (L'altare della Patria - Roma), 1920

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

Locandina per il congresso degli studenti universitari trentini, 1920

L'Ora dell'Ave Maria (Piazza di Orvieto), 1920

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

La chiesa dei Frati (nel giorno di Giovedì Santo), 1921

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

Coro di Chiesa Trentina (Lizzana), 1923

Primavera (Le Cascine - Firenze), 1923

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

Via Sant'Agostino - Firenze, 1923

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

Una Piazza (Piazza San Pier Maggiore - Firenze), 1924

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

La Cappella del Sacramento (Duomo di Trento), 1925

Clicca per visualizzare l'immagine a 360°

Le infografiche

In questa sezione sono raccolte le infografiche di tutte le persone nominate all'interno delle lettere di Cainelli. 

L'infografica raccoglie alcune informazioni riguardanti la persona:

  • il nome, a cui è legata, attraverso un click, la biografia;
  • la data di nascita e morte, collegate tra loro da una linea che indica la durata della vita, calibrata sulla lunghezza massima della vita di 100 anni;
  • l'attività svolta;
  • le lettere in cui viene citata.

Interagendo con l'infografica generale, si può accedere alle pagine che raccolgono le persone raggruppandole per la propria attività, e per gli anni in cui vengono nominate. Per tornare alla pagina principale, cliccare sul tasto home, in alto a sinistra.

Per una corretta visualizzazione si consiglia di impostare la vista sullo schermo intero (tre puntini in basso a destra).

In questa sezione sono raccolte le lettere interattive, collegate alle scansioni delle lettere originali, sia dattiloscritte che manoscritte e alle infografiche di tutte le persone nominate all'interno delle lettere di Cainelli. 

Le lettere sono suddivise per anno. Cliccando sull'anno desiderato si apre un grafico che riporta i mesi in cui sono scritte le lettere (più è alto il grafico, maggiore è il numero di lettere scritte). Cliccando sul mese si apre il grafico relativo al mese stesso: ad ogni pallino corrisponde la lettera interattiva. Con l'icona della macchina da scrivere si può visualizzare la lettera originale dattiloscritta, da cui è stato trascritto il testo, mentre con l'icona raffigurante un quaderno e una matita si può visualizzare la lettera originale manoscritta, entrambe custodite presso gli archivi della Biblioteca Civica "G. Tartarotti" di Rovereto. Infine, con l'icona delle persone, si possono visualizzare le infografiche raccolte nella sezione "Le persone citate", con la relativa biografia di ogni personaggio.

Per una corretta visualizzazione si consiglia di impostare la vista sullo schermo intero e di aprire un solo elemento per volta.

Per nascondere nuovamente i grafici, le infografiche e tutti gli elementi ad esse collegate bisogna cliccare nuovamente sull'elemento che le ha aperte, ricalcando esattamente il percorso fatto all'andata, ma al contrario, oppure ricaricare da zero la pagina (tasto F5)