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Ecoltura. Per un'ecologia della cultura: Luciano Baldessari, architetto (1896 - 1982)

Valorizzare i patrimoni documentali di figure storiche del Trentino
Luciano Baldessari visto da Ecoltura

Ecco cosa troverai esplorando questa pagina

  • Per tutte le genti (1961-1964)
  • "Laggiù" a Rovereto
  • Il progetto di concorso per il Monumento della Campana dei Caduti a Rovereto (1964) 
  • Kiniger e Baldessari. Progetti a confronto
  • Crediti
  • Bibliografia
  • Note

Gruppo di lavoro

Valentina Avancini, UniTrento, Dipartimento di Lettere e Filosofia
• Federico Casagrande, UniTrento, DICAM/DiPSCo
• Giovanna A. Massari, UniTrento, DICAM
Giada Melodia, UniTrento, Dipartimento di Lettere e Filosofia
Paola Pettenella, Mart
Patrizia Regorda, Mart
• Lucia Rodler, UniTrento, DiPSCo
• Cristiana Volpi, UniTrento, DICAM
 

Si ringraziano
Officina Espositiva – Università di Trento
Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto
• Mart – Archivio del '900

Per tutte le genti (1961-1964)
 


 

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Testo introduttivo alla pagina.
Sintesi su Baldessari
. Luciano Baldessari architetto e scenografo roveretano. 
Sintesi del suo lavoro tra architettura, scenografia e teatro e collegamento con avanguardie
La sua formazione eclettica e internazionale, studio a Milano ed il rapporto "conflittuale" con rovereto.
Focus della ricerca. Il rapporto con Rovereto, tra contatti e opere realizzate e non.
Nel 100 anniversario della realizzazione della Campana dei Caduti, valorizzazione di uno dei progetti più emblematici per Baldessari: il Monumento per la Campana dei Caduti e le vicissitudini del concorso, in quanto progetto di maggior interesse per la città poi abbandonato ed il confronto con i colleghi locali (Mario Kiniger)

Biografia (rendere racconto divulgativo, meno stile biografia + da sintetizzare)

Luciano Baldessari nasce il 10 dicembre 1896 a Rovereto, allora sotto dominio austro-ungarico. Fin da giovanissimo si mostra incline all’arte, avvicinandosi al circolo futurista locale guidato da Fortunato Depero, con cui condivide un primo slancio verso la sperimentazione e la libertà formale. Dopo aver studiato presso la Scuola Reale Superiore Elisabettina di Rovereto, si trasferisce a Milano, dove si laurea in Architettura al Politecnico nel 1922.
La sua formazione si arricchisce con soggiorni a Parigi e Berlino, città dove entra in contatto con le avanguardie europee, in particolare nell’ambito teatrale. Qui si consolida la sua attenzione per la scenografia come forma autonoma di progettazione dello spazio, con collaborazioni importanti, tra cui quelle con Max Reinhardt ed Erwin Piscator. Nel 1928 apre uno studio a Milano, in via Santa Marta, e inizia un percorso che spazia tra architettura, design, scenografia e pittura. Il suo approccio è radicalmente interdisciplinare: ogni progetto, anche non realizzato, è concepito come esperienza immersiva, spesso con una forte componente narrativa e teatrale.
 


 

Uno dei suoi lavori più emblematici, sebbene mai realizzato, è il progetto per il nuovo allestimento della Campana dei Caduti di Rovereto (1961–1964), intitolato Per tutte le genti. L'opera, vincitrice di un concorso nazionale, era pensata come uno spazio rituale dove architettura, luce, suono e paesaggio si fondessero in un’esperienza collettiva e meditativa. Il progetto, non costruito, è rimasto nella memoria culturale come espressione matura della poetica baldessariana.
La scenografia non è mai per Baldessari una parentesi: rappresenta il cuore del suo linguaggio. I suoi schizzi e disegni sono sempre pensati come visioni sceniche, inquadrature che trasformano l’architettura in uno spazio di rappresentazione. La sua visione plastica e dinamica dello spazio anticipa, per molti versi, le ricerche dell’architettura contemporanea, da Zaha Hadid a Frank Gehry. Baldessari muore nel 1982, lasciando una produzione ricchissima ma in gran parte effimera o non realizzata. Il suo pensiero progettuale continua a essere oggetto di studi e riletture, grazie alla sua capacità di coniugare memoria e modernità, forma e sentimento, utopia e concretezza.

 

"Laggiù" a Rovereto
 

Testo introduttivo alla sezione.
Baldessari e Rovereto. Sintesi del rapporto tra l'architetto e la sua città
.
I collegamenti con il circolo futurista
Le opere progettate / realizzate
In generale il rapporto con la città sulla base dei carteggi visionati.
 

PARTE DI TESTO DI VALENTINA AVANCINI

Rovereto e il Futurismo nella seconda giovinezza di Luciano Baldessari
Nell’Archivio del Novecento al Mart di Rovereto tra le carte del Fondo Luciano Baldessari restano un gruppo di lettere in cui Baldessari sottolinea i suoi rapporti con l’ambiente futurista roveretano. Tali lettere, databili tra 1966 e 1978, pe la maggior parte sono soggette a diverse riscritture e bozze o precedute da appunti, e per questo, nel loro insieme, sintomatiche di una attenta meditazione alla radice di questi richiami all’ambiente futurista. La rivalutazione storica del Futurismo da parte della critica d’arte italiana fu un processo complesso che comportò un graduale riscatto del movimento dopo un lungo periodo di marginalizzazione. Possiamo datare i primi segni di rivalutazione attorno agli anni '50 e '60 del Novecento, per poi giungere agli anni '70 e '80 al consolidamento critico di una storiografia che guarda al futurismo non più soltanto nella sua dimensione pittorica, ma anche poetica, musicale, scenografica, cinematografica e architettonica. Di questa tendenza fu espressione la mostra Avanguardia e teatro dal 1915 al 1955 nell’opera scenografica di Baldessari – Depero – Prampolini, tenuta tra il primo e la fine di giugno 1970 prima a Milano al Museo Teatrale alla Scala di Milano e poi a Palazzo Rosmini a Rovereto, patrocinata dal comune e dall’azienda turismo di Rovereto in collaborazione col museo teatrale della scala di Milano.
 

PARTE DI TESTO DI VALENTINA AVANCINI

PARTE DI TESTO DI VALENTINA AVANCINI

PARTE DI TESTO DI VALENTINA AVANCINI


Il Concorso nazionale per il Monumento della Campana dei Caduti a Rovereto (1961-1964) 


Per tutte le genti
Testo introduttivo - introduzione e descrizione del progetto - inquadramento del concorso di progettazione (le due fasi) - le partecipazioni e gli inviti. 
Partecipanti e loro progetti (motto).

Approfondimento: Relazione tecnica! (scansione)

15/01/1962 – Luciano Baldessari risponde, chiedendo modifiche al bando
14/02/1962 – Baldessari rinuncia formalmente alla partecipazione per essere “oberato di lavoro”
05/05/1962 – La commissione giudicatrice si riunisce per valutare i progetti presentati
 ? Vince Mario Kiniger, con un progetto che prevede una torre campanaria alta 96 metri, dotata di ascensori e infrastrutture.
 ? Il progetto viene criticato per l’eccessivo costo (stimato in circa 500 milioni di lire)
 ? Montano polemiche pubbliche e interne all’Opera Campana, che portano a congelare l’iniziativa

PRIMO CONCORSO (1961-1962)

Obiettivo: progettazione di una nuova sede per la campana “Maria Dolens”, da collocare in località Miravalle.

30/12/1961 – Padre Eusebio Jori, a nome della Reggenza dell’Opera Campana, invia una raccomandata d’invito a quattro architetti:
- Mario Kiniger
- Luciano Baldessari
- Marco Tiella
- Renzo Aste

15/01/1962 – Luciano Baldessari risponde, chiedendo modifiche al bando
14/02/1962 – Baldessari rinuncia formalmente alla partecipazione per essere “oberato di lavoro”
05/05/1962 – La commissione giudicatrice si riunisce per valutare i progetti presentati
 ? Vince Mario Kiniger, con un progetto che prevede una torre campanaria alta 96 metri, dotata di ascensori e infrastrutture.
 ? Il progetto viene criticato per l’eccessivo costo (stimato in circa 500 milioni di lire)
 ? Montano polemiche pubbliche e interne all’Opera Campana, che portano a congelare l’iniziativa

SECONDO CONCORSO (1963-1964)

Obiettivo: trovare un’alternativa meno onerosa ma simbolicamente forte, per la nuova sede della campana.
13/05/1963 – La Reggenza dell’Opera Campana delibera un nuovo concorso.
06/09/1963 – Pubblicazione del nuovo bando.
15/12/1963 – Prima scadenza del bando (rinviata).
15/01/1964 – Scadenza definitiva per la presentazione dei progetti.
27/01/1964 – Si costituisce la nuova commissione giudicatrice.
20/02/1964 – Prima riunione ufficiale della commissione.
09/03/1964 – Redatta la relazione conclusiva:
•    Nessun progetto soddisfa pienamente i criteri richiesti.
•    Tuttavia, tre progetti vengono ammessi a una gara d’appello (II grado):
•    “Kalamos” di Giulio Martini (2° classificato)
•    “Sette torri per una campana” di Tommaso Valle (3° classificato)
•    “Per tutte le genti” di Luciano Baldessari (1° classificato)
•    Esclusi “G.Z.-B.O.” e “Fagarè”.
20/04/1964 – Deadline per la seconda fase del concorso.
28/04/1964 – Verifica e valutazione dei tre progetti ammessi al secondo grado.
05/05/1964 – Riunione conclusiva della commissione giudicatrice.
•    Il progetto di Luciano Baldessari risulta vincitore assoluto.
•    Il suo progetto propone un’architettura simbolica, esperienziale, centrata sulla teatralità dello spazio.
Tuttavia, anche questo progetto non verrà mai realizzato, per contrasti sull’ubicazione (troppo vicina all’Ossario di Castel Dante) e per criticità percepite da parte della commissione edilizia comunale, che lo giudicò “leggermente frivolo”.

20/10/1966: lettera di padre Eusebio Jori a Baldessari per ragguagliarlo sugli sviluppi del problema della Campana (controversia)
08/04/1971: lettera di Baldessari a padre E. Jori: gli è arrivata notizia di un notevole contributo statale per la sistemazione del monumento per la Campana
17/03/1973: padre Eusebio Jori invita nuovamente Baldessari alla stesura di un nuovo progetto del monumento che ospiterà la Campana
31/03/1973: risposta positiva di Baldessari: ricorda che non intende rinunciare al suo progetto mai realizzato del 1964 così come non vuole rinunciare ai soldi spettanti

Crediti

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Bibliografia

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Note

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