
Ecco cosa troverai esplorando questa pagina
Gruppo di lavoro
• Valentina Avancini, UniTrento, Dipartimento di Lettere e Filosofia
• Federico Casagrande, UniTrento, DICAM/DiPSCo
• Giovanna A. Massari, UniTrento, DICAM
• Giada Melodia, UniTrento, Dipartimento di Lettere e Filosofia
• Paola Pettenella, Mart
• Patrizia Regorda, Mart
• Lucia Rodler, UniTrento, DiPSCo
• Cristiana Volpi, UniTrento, DICAM
Si ringraziano
• Biblioteca Civica Tartarotti – Rinaldo Filosi
• Fondazione Opera Campana – Martino Cornali, Enrico Melis
• Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto
• Officina Espositiva – Università di Trento
• Politecnico di Milano, Leyla Ciagà
«Una gioia sufficiente»1
Testo di Federico Casagrandde
Fotografie da Archivio Luciano Baldessari. Politecnico di Milano
Luciano Baldessari, architetto e scenografo originario di Rovereto, rappresenta una delle figure più originali e poliedriche dell'Italia del Novecento. Personalità eclettica e cosmopolita, ha costruito il proprio percorso formativo e professionale tra Berlino, Milano, Parigi e New York, spaziando dall’architettura al design, dagli allestimenti teatrali alla scenografia, fino alla pittura e alla grafica, in costante sintonia con uno spirito sperimentale e innovativo. Pur avendo trovato a Milano la sua base professionale, Baldessari ha mantenuto vivi i legami con la città natale e con il territorio trentino, affiancando ai progetti milanesi un’attività continua di disegno di interni, di edifici residenziali e pubblici, di monumenti e allestimenti. Tale impegno è ampiamente documentato nell’Archivio Luciano Baldessari conservato presso il Politecnico di Milano e nel Fondo Baldessari del Mart - Archivio del '900 conservato a Rovereto. Quest'ultimo contiene importanti carteggi, documenti e fotografie relativi ai progetti per Rovereto ed è consultabile anche online (Fondo Baldessari - Catalogo Integrato Mart).
La presente ricerca intende approfondire un aspetto ancora poco indagato dell’opera dell’architetto trentino, con l’obiettivo di valorizzare i progetti da lui concepiti per la sua terra d’origine. Tra questi, un posto di particolare rilievo è occupato – sebbene non fu mai realizzato – dal lavoro del Monumento per la Campana dei Caduti, scelto dai curatori per la rilevanza che esso riveste sotto diversi punti di vista: l’importanza del concorso per la città di Rovereto, il valore del progetto, che rappresenta una sintesi significativa tra l’esperienza teatrale e quella architettonica di Baldessari; infine, la ricorrenza del centenario della Campana Maria Dolens, realizzata nel 1925 con il bronzo ricavato dalle armi della Prima guerra mondiale. Per ricostruire le vicende del progetto è stato fondamentale poter accedere agli Archivi di Pace della Fondazione Opera Campana dei Caduti che conserva i carteggi e gli elaborati progettuali di concorso.
Nell’Archivio del ′900 del Mart, a Rovereto, tra le carte del Fondo Luciano Baldessari, si trova un gruppo di lettere in cui l’architetto sottolinea i suoi rapporti con l’ambiente futurista roveretano. Spesso presenti in varie stesure e precedute da appunti, tali lettere sono databili tra 1966 e 1978, cioè nel periodo di ripensamento critico sul futurismo. Conversazioni episodiche, sollecitate da circostanze precise, i cui accenni, scarni ma essenziali, al movimento d’avanguardia, destano interesse per l’intensità con cui Baldessari rievoca i propri esordi negli anni maturi. Ciò emerge con chiarezza dall'annotazione a matita «1915-1916 Disegni futuristi», apposta nella copia personale2 della monografia a lui dedicata nel 1978 da Controspazio, annotazione destinata a colmare appunto l’assenza di opere futuriste fra quelle in elenco3. Le lettere documentano un intreccio tra la memoria personale e il clima culturale degli anni di riscoperta del futurismo in una prospettiva multidisciplinare. Ne è testimonianza anche la mostra Avanguardia e teatro dal 1915 al 1955 nell’opera scenografica di Baldessari - Depero - Prampolini4, allestita nel giugno 1970 prima al Museo Teatrale alla Scala di Milano e successivamente a Palazzo Rosmini di Rovereto, promossa dal Comune e dall’Azienda Turismo di Rovereto in collaborazione con il Museo Teatrale alla Scala. Questa sezione mira ad approfondire, attraverso l’analisi dei materiali d’archivio, il rapporto di Luciano Baldessari con la propria città natale e con il più ampio contesto culturale dell’epoca.
Di seguito sono riprodotti i progetti presentati ai due concorsi di progettazione per il Monumento per la Campana dei Caduti, che potrebbero costituire lo spunto per successive ricerche. I materiali provengono dagli Archivi di Pace della Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto.
1. Cesare Cunaccia, Paolo Baldessari racconta Luciano Baldessari, 10 dicembre 2024, lampoonmagazine.com/luciano-baldessari-architettura-rovereto-milano-berlino-newyork-design-teatro/ (ultima consultazione: 6 ottobre 2025)
2 Rovereto, Biblioteca Mart, Per.165.
3 Numero monografico dedicato a Luciano Baldessari in Controspazio. Mensile di architettura e urbanistica, anno X, n.2-3 (marzo-giugno 1978), p.79.
4 Avanguardia e teatro dal 1915 al 1955 nell’opera scenografica di Baldessari - Depero – Prampolini, catalogo della mostra, (Rovereto, Palazzo Rosmini – Milano, Museo Teatrale della Scala, giugno-agosto 1970) a cura di Mario Monteverdi, s.l., a cura dell'Azienda Turismo di Rovereto e del Museo Teatrale alla Scala di Milano, 1970.